Il primo amore non si scorda mai

Immaginate di essere bambini o adolescenti, vedete una bambina o un bambino che vi piace e ve ne
innamorate, senza sapere cosa significhi questo concetto.

Iniziate a provare un fastidio quando non potete esserle, essergli vicino. Iniziate a provare un fastidio
quando vorreste dirle/gli qualcosa ma non ci riuscite, oppure quando vedete che non vi calcola, ma ride e
gioca con un vostro amico/a.

Immaginate che da quel fastidio, invece, nasca una bella storia, che vi trascina in un vortice di belle
esperienze, che rimarranno indelebili. Qualsiasi altra bella storia possiate vivere in futuro, quelle sensazioni
rimarranno sempre le prime e forse le più belle. Perché, fino a quel momento, non avevate idea di cosa
fossero quelle sensazioni ed emozioni, le avete vissute senza saper dare un nome. La vostra mente era
ricettiva al massimo, non avendo vissuto prima tali belle esperienze era aperta e positiva. Per tutte le storie
che verranno successivamente, sarà difficile se non impossibile, scalzare dal podio quella prima esperienza d’amore. Magari il secondo amore, sarà anche più bello, ma non c’è la novità a sostenerlo nella lotta contro il primo. Ci vorrebbe uno Yacht di 50 metri, per scalzarlo dal podio.

Immaginiamo di avere a disposizione uno Yacht da 50 metri per far colpo su una persona, se quest’ultima è
salita al massimo su un gommone da 5 metri, probabilmente riusciremo a fare colpo, ma se è proprietaria
di un elicottero e di un’isola, lo yacht da 50 metri, potrebbe essere un oggetto come un altro. Anche se non
vogliamo sminuire la capacità di selettività dell’essere umano, possiamo dire che la mente è il luogo in cui
bisogna arrivare se vogliamo restare a lungo nei pensieri delle persone. E la mente umana è molto selettiva,
perché soprattutto in quest’epoca di iper-comunicatività, è molto importante sapere come sceglie la mente
umana.

Se siamo produttori di birra, dobbiamo sapere che l’infinità di prodotti presenti sul mercato non ci assicura
che la nostra birra possa sopravvivere e produrre utili. Un caso interessante, in questo settore, è quello
della Ichnusa, birra con i 4 Mori sull’etichetta, che è di proprietà Heineken, e che in Sardegna è forse l’unica
birra consumata. Anche io che non sono sardo la bevo, ma in realtà pensavo fosse artigianale e sarda,
invece è industriale e non sarda.

È un’operazione di Marketing riuscitissima. La gente beve quello che si aspetta di bere. Questo mi fa
pensare all’esperimento che fece Coca Cola, quando creò la New Cola (uno dei più grandi flop della storia).
Fecero assaggiare la new Cola ad un target di persone che la preferì rispetto alla tradizionale. Quando poi,
uscì la lattina con la scritta New Cola, nessuno la comprò. Perché? Perché il primo amore non si scorda mai.
La gente beve e consuma quello che si aspetta di bere e consumare.

Se vogliamo essere ricordati dobbiamo essere primi in qualcosa, non i migliori. Perché la mente umana può
immagazzinare non molti dati e quindi è selettiva, e facendo selezione deve scartare tutto quello che viene
dopo, il primo amore, il primo bacio, la prima marca di scarpe a cui siete affezionati, il primo uomo che
andò sulla luna. I miei parenti anziani mi chiamano con il nome dei miei fratelli maggiori. Perché? Perché
sono il quarto, al limite mi possono risparmiare di chiamarmi con il nome di mia sorella.
In realtà in alcune circostanze essere secondi, può essere anche un vantaggio. Il primo che mi viene in
mente è che hai sempre un obiettivo davanti a te, ben visibile.

Chi è primo talvolta, fa fatica a stabilire sempre nuovi obiettivi che non gli si ritorcano contro.
La Pepsi riuscì per un periodo a soffiare la prima posizione alla Coca Cola, rendendola obsoleta grazie
all’utilizzo di un testimonial come Michael Jackson e creando una generazione Pepsi. Questo non significa
che basta prendere un testimonial che piace ai giovani, per guadagnare la prima posizione nella mente del
cliente. Per i secondi le scelte di marketing efficaci saranno quelle che individuano il punto debole
dell’avversario e l’attaccano fino all’ottenimento del risultato. Ma nel frattempo se il primo riesce a far prevalere le proprie qualità difendendo il proprio punto debole, il secondo potrebbe veder fallire il proprio
attacco.

La mente è ricettiva al massimo quando vive le esperienze WOW, rimane legata a quei ricordi e delle altre
esperienze fa dei paragoni con quelle splendide esperienze!

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La nostra storia

La versione abbreviata è che sono partito circa vent'anni fa nel marketing della squadra più importante della mia regione: Pescara Calcio e alla fine mi sono ritrovato a creare una mia agenzia di marketing che ormai da qualche anno raggiunge risultati insperati all’inizio del viaggio.

In realtà c’è una versione più complessa e più profonda di tutta la storia e per spiegarvela, per raccontarvela, devo scavare nel mio passato, non solo vent’anni indietro, ma molto di più, fino alla mia nascita, o forse prima? Alle mie origini. In realtà quando si cerca una motivazione forte non ci si può fermare alle apparenze o a qualche desiderio nato in tarda età. Siamo l’insieme delle scelte, dei passi compiuti, delle persone frequentate e soprattutto di chi ci ha permesso di crescere.

La storia di Firmà parte con la descrizione di chi mi ha influenzato più e prima di chiunque altro: la mia famiglia. I miei genitori, i miei fratelli e sorella. Mio padre è sempre stato tanto devoto al suo lavoro, e a far crescere la sua famiglia, quanto poco incline al dialogo ed alla comunicazione. In questo si possono rivedere molte delle figure maschili del nostro Abruzzo, che ci hanno regalato il pay off (non me ne vogliano coloro che non sopportano i termini anglofoni) forte e gentile. Gentile un paio di palle, ma non andiamo off topic.

Dato che ritengo di avere un profondo spirito d’osservazione, capii con il tempo che tutti i problemi d’incomprensione, tensione e quant’altro all’interno di qualsiasi organizzazione, che sia la famiglia, l’azienda, una squadra di calcio e via dicendo, erano frutto di mancanza di comunicazione corretta.

Non volendo ripetere gli stessi errori di mio padre (che comunque ho sempre ringraziato e sempre ringrazierò per tutto) decisi, in età avanzata di studiare libri sulla comunicazione, sulla pnl e sul marketing.

Quando gli errori di comunicazione arrivavano al punto di rottura, chi si occupava di ricucire i rapporti era sempre mia madre, che oltre ad essere una cuoca straordinaria, era anche un’eccellente sarta e forse per questo il rinsaldare rapporti e ricucire strappi anche in senso lato era ed è nel suo DNA.

Se inizialmente i miei studi hanno preso una piega contabile, lo devo ai miei fratelli maggiori che sono entrambi diplomati in ragioneria e laureati in economia e commercio ed anche io che ho seguito pedissequamente le loro orme. Ad un certo punto però, è emersa la vena artistica di mia sorella e dal mix è uscito un marketing manager che vuole sempre aggiornarsi leggendo libri dei massimi esponenti del marketing, che è sempre attento al controllo degli indici di bilancio e che mette la propria creatività e quella del proprio team, a servizio costante della crescita dei propri clienti.

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