Alan Clark al Kabala: la più magica delle serate

Sentire le note di Going home Theme from local hero, che in questi giorni è prima in classifica per il suo rifacimento da parte di Mark Knopfler e tutti i più grandi musicisti del pianeta, suonate in maniera intimistica dalle mani di Alan Clark che dei Dire Straits non è stato solo il primo pianista, ma anche il direttore artistico per tutta la durata della band, è qualcosa che non ha prezzo.

Quanto tra le richieste della manager di Alan Clark, vidi la necessità di provare per tre ore durante il pomeriggio che precedeva il concerto, pensavo che stesse scherzando, invece ho avuto il privilegio di assistere a quelle sue tre ore di prove in cui ho rivissuto tutta la musica che mi emozionava da ragazzo pensando che se avessi dovuto immaginarmi di incontrare Alan Clark, non avrei potuto immaginare una situazione migliore e mi godevo quelle note, come un bambino al luna park.

Si tratta di un personaggio che pur avendo vissuto sui palchi più importanti del mondo a fianco dei più grandi musicisti della terra, quali Mark Knopfler, Eric Clapton, Tina Turner e tantissimi altri, non disdegna le relazioni semplici con le persone che incontra durante i suoi tours, una passeggiata sulla riviera di Pescara e una buona mangiata di pesce dell’adriatico.

Questa semplicità traspare nel back stage, prima del concerto, dove saluta i suoi fan con affetto, non nega una foto ricordo a nessuno ed aiuta delle associazioni benefiche autografando cimeli dei tempi gloriosi. A chi gli chiede quali siano i progetti futuri risponde con il sarcasmo anglosassone che spera di sopravvivere il più a lungo possibile, creando un’inattesa ilarità.

Sul palco, da solo, insieme al suo pianoforte, delizia il pubblico del Kabala che non è mai stato così attento e in religioso silenzio, cercando di non perdersi neanche una nota, dei brani che hanno fatto la storia della musica e degli inediti scritti da Alan Clark.

Quando l’ultima nota ha vibrato nella sala gremita di 150 persone estasiate, Alan Clark si è alzato da suo piano forte ha giunto le mani e dopo aver inviato un bacio simbolico al pubblico si è inchinato alla standing ovation tributatagli.

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La nostra storia

La versione abbreviata è che sono partito circa vent'anni fa nel marketing della squadra più importante della mia regione: Pescara Calcio e alla fine mi sono ritrovato a creare una mia agenzia di marketing che ormai da qualche anno raggiunge risultati insperati all’inizio del viaggio.

In realtà c’è una versione più complessa e più profonda di tutta la storia e per spiegarvela, per raccontarvela, devo scavare nel mio passato, non solo vent’anni indietro, ma molto di più, fino alla mia nascita, o forse prima? Alle mie origini. In realtà quando si cerca una motivazione forte non ci si può fermare alle apparenze o a qualche desiderio nato in tarda età. Siamo l’insieme delle scelte, dei passi compiuti, delle persone frequentate e soprattutto di chi ci ha permesso di crescere.

La storia di Firmà parte con la descrizione di chi mi ha influenzato più e prima di chiunque altro: la mia famiglia. I miei genitori, i miei fratelli e sorella. Mio padre è sempre stato tanto devoto al suo lavoro, e a far crescere la sua famiglia, quanto poco incline al dialogo ed alla comunicazione. In questo si possono rivedere molte delle figure maschili del nostro Abruzzo, che ci hanno regalato il pay off (non me ne vogliano coloro che non sopportano i termini anglofoni) forte e gentile. Gentile un paio di palle, ma non andiamo off topic.

Dato che ritengo di avere un profondo spirito d’osservazione, capii con il tempo che tutti i problemi d’incomprensione, tensione e quant’altro all’interno di qualsiasi organizzazione, che sia la famiglia, l’azienda, una squadra di calcio e via dicendo, erano frutto di mancanza di comunicazione corretta.

Non volendo ripetere gli stessi errori di mio padre (che comunque ho sempre ringraziato e sempre ringrazierò per tutto) decisi, in età avanzata di studiare libri sulla comunicazione, sulla pnl e sul marketing.

Quando gli errori di comunicazione arrivavano al punto di rottura, chi si occupava di ricucire i rapporti era sempre mia madre, che oltre ad essere una cuoca straordinaria, era anche un’eccellente sarta e forse per questo il rinsaldare rapporti e ricucire strappi anche in senso lato era ed è nel suo DNA.

Se inizialmente i miei studi hanno preso una piega contabile, lo devo ai miei fratelli maggiori che sono entrambi diplomati in ragioneria e laureati in economia e commercio ed anche io che ho seguito pedissequamente le loro orme. Ad un certo punto però, è emersa la vena artistica di mia sorella e dal mix è uscito un marketing manager che vuole sempre aggiornarsi leggendo libri dei massimi esponenti del marketing, che è sempre attento al controllo degli indici di bilancio e che mette la propria creatività e quella del proprio team, a servizio costante della crescita dei propri clienti.

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