Menozzi
Brand restyling

A gennaio del 2022 nell’ufficio della Firmà Srl è nata l’idea per una grande sfida. Fare il restyling del Brand Menozzi De Rosa 1836 Srl. Come si desume dalla ragione sociale l’azienda esiste da oltre 180 anni e nel corso degli anni è stata il punto di riferimento per la liquirizia italiana, da cui è nata persino la SAILA.
La storia Menozzi è una storia di riscatto sociale, di chi ce l’ha fatta partendo dal nulla. Il Cav. Aurelio Menozzi originario di Villa Argine, frazione di Cadelbosco di Sopra provincia di Reggio Emilia, era il postino del paese, che seguendo corsi serali aveva ottenuto il diploma di ragioniere. Più tardi iniziò a lavorare per la De Rosa, motivo per cui si trasferì in Abruzzo. Durante il fascismo fu costretto a fuggire al confine con la Svizzera. In Seguito, insieme a Barabaschi (anche lui agente della De Rosa) fondarono la Saila (Società abruzzese liquirizia ed affini), ma successivamente, intorno al 1948, Aurelio Menozzi decise di rilevare da solo la De Rosa, lasciando la SAILA.

Parliamo di un’azienda che ha storia da vendere e vende una storia del tutto naturale, come le proprie radici di liquirizia. Il brand è sempre stato rappresentato da un’aquila che porta sulla schiena un mondo e tra i suoi artigli uno stecco di liquirizia. Il logo è importante e solenne, ed il restyling incute rispetto e attenzione.
Abbiamo iniziato a fare dei briefing in azienda per stabilire che tipo di restyling fare, e decidemmo per un restyling del logo senza stravolgimenti. Per un’azienda con oltre 180 anni di storia non è auspicabile intervenire in maniera drastica su quello che più contraddistingue l’azienda nella società.

Proponemmo tre tipi di restyling, mantenendo sempre il simbolo dell’aquila come emblema della storicità della liquirizia Menozzi De Rosa. Il primo restyling era di tipo leggero, il secondo più moderno e sofisticato, il terzo molto diverso dall’originale. Si trattava di tre soluzioni che suscitarono molto interesse, ciascuna per un motivo diverso. La prima, interessava perché non stravolgeva il simbolo storico e perché era di immediato riconoscimento. La seconda soluzione aveva molto appeal, ma era troppo distante dal simbolo storico. La terza aquila era bella ma ricordava troppo altre simbologie.

Decidemmo di seguire la prima opzione. Così per prima cosa ripulimmo le forme dell’aquila, eliminammo i particolari superflui rispetto all’immagine del rapace. Le rette costituite dalle ali aperte delimitano un triangolo capovolto che inconsciamente comunica forza, imponenza, solennità e affidabilità del brand Menozzi. Il naming è stato cambiato da Menozzi De Rosa a Menozzi, in quanto la famiglia che dirige l’azienda è solo Menozzi e non più De Rosa che è stata liquidata oramai da oltre settant’anni. Il pay off è “Liquirizia 1836” che in due parole definisce il prodotto e l’anno di nascita, la storicità. L’ultima variazione ha riguardato il verso dello sguardo dell’aquila. Se prima guardava verso occidente, ora guarda verso oriente. Che lo interpretiamo come un guardare avanti, al futuro. I colori scelti sono il risultato dell’analisi della palette di colori che è stata utilizzata principalmente, nel corso degli anni, sui vari packaging Menozzi. Quindi il verde, il nero, il giallo ed il marrone. Il verde è il colore che caratterizza la nuova aquila. Il nero contraddistingue il lettering, il giallo ed il marrone saranno protagonisti nei vari packaging.

Una volta scelto il logo, con il colore, il lettering ed il pay off, si è passati alla scelta dei vari packaging che per un’azienda come Menozzi, sono innumerevoli. La produzione và dalla liquirizia pura che si caratterizza per le stecche, le radici, i tronchetti, la perla nera, la spezzatina, lunik, alla liquirizia morbida come spaghetti, tortiglioni fusilli, tubetti. Poi c’è la linea dei barattoli, in vetro e in plastica. Parliamo di oltre cento tipi di linee di prodotto.
Si è trattato di un lavoro lungo e gratificante, che abbiamo affrontato con il massimo della concentrazione ed umiltà, per rispetto degli anni di storia della famiglia Menozzi, per rispetto di un prodotto che ha proprietà terapeutiche scoperte dai frati domenicani nella terra di Atri. Ma oltre all’umiltà abbiamo messo tutta la determinazione e consapevolezza di essere parte di un progetto unico ed irripetibile.

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La nostra storia

La versione abbreviata è che sono partito circa vent'anni fa nel marketing della squadra più importante della mia regione: Pescara Calcio e alla fine mi sono ritrovato a creare una mia agenzia di marketing che ormai da qualche anno raggiunge risultati insperati all’inizio del viaggio.

In realtà c’è una versione più complessa e più profonda di tutta la storia e per spiegarvela, per raccontarvela, devo scavare nel mio passato, non solo vent’anni indietro, ma molto di più, fino alla mia nascita, o forse prima? Alle mie origini. In realtà quando si cerca una motivazione forte non ci si può fermare alle apparenze o a qualche desiderio nato in tarda età. Siamo l’insieme delle scelte, dei passi compiuti, delle persone frequentate e soprattutto di chi ci ha permesso di crescere.

La storia di Firmà parte con la descrizione di chi mi ha influenzato più e prima di chiunque altro: la mia famiglia. I miei genitori, i miei fratelli e sorella. Mio padre è sempre stato tanto devoto al suo lavoro, e a far crescere la sua famiglia, quanto poco incline al dialogo ed alla comunicazione. In questo si possono rivedere molte delle figure maschili del nostro Abruzzo, che ci hanno regalato il pay off (non me ne vogliano coloro che non sopportano i termini anglofoni) forte e gentile. Gentile un paio di palle, ma non andiamo off topic.

Dato che ritengo di avere un profondo spirito d’osservazione, capii con il tempo che tutti i problemi d’incomprensione, tensione e quant’altro all’interno di qualsiasi organizzazione, che sia la famiglia, l’azienda, una squadra di calcio e via dicendo, erano frutto di mancanza di comunicazione corretta.

Non volendo ripetere gli stessi errori di mio padre (che comunque ho sempre ringraziato e sempre ringrazierò per tutto) decisi, in età avanzata di studiare libri sulla comunicazione, sulla pnl e sul marketing.

Quando gli errori di comunicazione arrivavano al punto di rottura, chi si occupava di ricucire i rapporti era sempre mia madre, che oltre ad essere una cuoca straordinaria, era anche un’eccellente sarta e forse per questo il rinsaldare rapporti e ricucire strappi anche in senso lato era ed è nel suo DNA.

Se inizialmente i miei studi hanno preso una piega contabile, lo devo ai miei fratelli maggiori che sono entrambi diplomati in ragioneria e laureati in economia e commercio ed anche io che ho seguito pedissequamente le loro orme. Ad un certo punto però, è emersa la vena artistica di mia sorella e dal mix è uscito un marketing manager che vuole sempre aggiornarsi leggendo libri dei massimi esponenti del marketing, che è sempre attento al controllo degli indici di bilancio e che mette la propria creatività e quella del proprio team, a servizio costante della crescita dei propri clienti.

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