Metti una sera a cena con un buon calice di vino

Da bambino ero solito andare in un paesetto di circa mille abitanti a mezz’ora di distanza da Pescara. Un luogo di campagna semplice, con una strada, case di contadini che conferiscono uva e olive alla propria cantina sociale e un campo da calcio che racchiude le passioni domenicali. Quel semplice paese come tanti, per me aveva un significato particolare in quanto ci vivevano i miei nonni e molti dei parenti sia da parte paterna che materna.

La domenica era il giorno deputato alle visite ai nonni e ai giochi all’aria aperta, visitavo la casa di mio nonno paterno che aveva nel garage una botte di vino in una stanza adiacente al rimessaggio del mezzo trattore. Era un posto buio e un po’ umido, ma molto utile quelle volte che si giocava a nascondino. Nella casa paterna invece, la stanza adibita a frantoio e alle pratiche vinicole era ormai in disuso e il vecchio frantoio e tutti gli attrezzi potevo solo immaginarmeli.

Sono cresciuto con queste immagini agreste passate via con gli anni man mano che i nonni sono passati a miglior vita e la mia attività lavorativa ha iniziato a coinvolgermi sempre di più. E così quelle immagini fresche e di entusiasmo per la campagna sono pian piano andate scemando con il tempo. Una cosa mi rimase sempre impressa, quando raggiunsi l’età per poterlo assaggiare, sentivo che, degustando il vino di quelle parti, non mi piacesse particolarmente. Erano i primi anni novanta.

Per fortuna i prodotti della terra non hanno smesso di essere parte dell’attività degli abitanti di quel piccolo paese e una sera a cena, verso la fine del 2023, con un amico originario di li, mi venne proposto di assaggiare un paio di vini della cantina. Rimasi stupito dalla bontà di entrambe le bottiglie e così chiesi al mio amico Marco, enologo della cantina, di poter parlare con il presidente della stessa.

Come avevo detto all’enologo, quella stessa sera, il prodotto era eccellente, ma la veste grafica in cui era presentata la bottiglia non conferiva della stessa importanza. Gianni, presidente della Cantina di Giuliano Teatino, accolse la mia proposta di restyling d’immagine.

Dalle origini, sono tornato alle origini per dare il mio piccolo contributo a questa terra che mi ha accolto da quando ero in fasce sperando che tutti possano ritrovarsi in questa nuova immagine. Gli elementi del passato, caratteristici, come le torri e il rosso del vino racchiuso nelle sue bottiglie, ora sono parte dell’essenza della cantina in una nuova chiave moderna che ne regala immediatezza riconoscitiva, eleganza e regalità: segni dei tempi moderni che ora conferiscono la meritata importanza della bontà di questi prodotti.

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La nostra storia

La versione abbreviata è che sono partito circa vent'anni fa nel marketing della squadra più importante della mia regione: Pescara Calcio e alla fine mi sono ritrovato a creare una mia agenzia di marketing che ormai da qualche anno raggiunge risultati insperati all’inizio del viaggio.

In realtà c’è una versione più complessa e più profonda di tutta la storia e per spiegarvela, per raccontarvela, devo scavare nel mio passato, non solo vent’anni indietro, ma molto di più, fino alla mia nascita, o forse prima? Alle mie origini. In realtà quando si cerca una motivazione forte non ci si può fermare alle apparenze o a qualche desiderio nato in tarda età. Siamo l’insieme delle scelte, dei passi compiuti, delle persone frequentate e soprattutto di chi ci ha permesso di crescere.

La storia di Firmà parte con la descrizione di chi mi ha influenzato più e prima di chiunque altro: la mia famiglia. I miei genitori, i miei fratelli e sorella. Mio padre è sempre stato tanto devoto al suo lavoro, e a far crescere la sua famiglia, quanto poco incline al dialogo ed alla comunicazione. In questo si possono rivedere molte delle figure maschili del nostro Abruzzo, che ci hanno regalato il pay off (non me ne vogliano coloro che non sopportano i termini anglofoni) forte e gentile. Gentile un paio di palle, ma non andiamo off topic.

Dato che ritengo di avere un profondo spirito d’osservazione, capii con il tempo che tutti i problemi d’incomprensione, tensione e quant’altro all’interno di qualsiasi organizzazione, che sia la famiglia, l’azienda, una squadra di calcio e via dicendo, erano frutto di mancanza di comunicazione corretta.

Non volendo ripetere gli stessi errori di mio padre (che comunque ho sempre ringraziato e sempre ringrazierò per tutto) decisi, in età avanzata di studiare libri sulla comunicazione, sulla pnl e sul marketing.

Quando gli errori di comunicazione arrivavano al punto di rottura, chi si occupava di ricucire i rapporti era sempre mia madre, che oltre ad essere una cuoca straordinaria, era anche un’eccellente sarta e forse per questo il rinsaldare rapporti e ricucire strappi anche in senso lato era ed è nel suo DNA.

Se inizialmente i miei studi hanno preso una piega contabile, lo devo ai miei fratelli maggiori che sono entrambi diplomati in ragioneria e laureati in economia e commercio ed anche io che ho seguito pedissequamente le loro orme. Ad un certo punto però, è emersa la vena artistica di mia sorella e dal mix è uscito un marketing manager che vuole sempre aggiornarsi leggendo libri dei massimi esponenti del marketing, che è sempre attento al controllo degli indici di bilancio e che mette la propria creatività e quella del proprio team, a servizio costante della crescita dei propri clienti.

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