Addio a Luca Vialli
06 gennaio 2023

Sono passati alcuni giorni dalla scomparsa di Gianluca Vialli, ma le notizie, gli articoli e le testimonianze sulla sua immensa personalità e la sua grande capacità di trasmettere positività, non sono ancora cessati. Tutti hanno espresso il loro apprezzamento per un uomo che oltre ad avere una statura carismatica immensa, aveva l’umiltà di far sentire tutti importanti. Molti hanno apprezzato il Vialli che ha vinto tanto come calciatore, allenatore e dirigente sportivo. Ma tutti, veramente tutti, hanno apprezzato la sua voglia di trasmettere positività dopo aver scoperto che tipo di malattia dovesse affrontare.

Quando nel 2020 lessi la notizia che la sua malattia sembrava essere regredita, feci un salto di gioia e provai a contattarlo con la tenue speranza di poter fare un evento che prevedesse la sua presenza. Provai a chiedere a diverse persone di mettermi in contatto con lui, ma dopo qualche settimana capii che o mi muovevo da solo oppure non l’avrei mai incontrato. Gli scrissi e dopo un’ora mi rispose. Stavo guidando, accostai la mia macchina e quasi incredulo lessi il messaggio. Iniziammo a programmare l’evento per il 10 ottobre 2020.  A ridosso della data mi chiese di spostarlo al 31 ottobre 2021. Ma arrivò un altro lockdown. L’evento svanì.

Non mi persi d’animo e l’anno dopo, verso maggio, iniziammo a riprogrammarlo. Sempre per ottobre. Poi arrivò luglio e la vittoria dell’europeo con la nazionale. Pensavo che non mi rispondesse più. Invece dopo alcuni giorni di pausa, per riprendersi dai festeggiamenti della nazionale rientrammo in contatto. Programmammo l’evento per il 21 ottobre 2021 presso lo Juventus Stadium.
L’evento comprendeva due parti, nella prima c’era la parte del marketing e storytelling, quel giorno condotto magistralmente da Rudy Bandiera, la seconda prevedeva l’incontro con la leggenda. Nel mezzo il pranzo in legends club con i piatti dello chef stellato da Vittorio. Qualcuno alla fine della mattinata di lavori, mi viene vicino e mi dice: “Remo se la giornata dovesse finire qui, io sarei già contentissimo”.  E non aveva ancora visto Vialli. In effetti la mattinata era stata carica di emozioni e contenuti di alto livello.

Nei vari passaggi all’interno dello stadium ci sono le foto delle leggende della Juventus, passando davanti alla foto di Vialli mi feci un selfie con lui e ridevo sotto i baffi.
Alle 15.30 mi avvisano che Vialli è arrivato, ci incontriamo in uno sky box ed iniziamo a parlare di tutto: del Golf, della sua condizione fisica e di quello che avremmo fatto di li a poco sul palco.  Ad un certo punto, prendo coraggio e gli faccio vedere il selfie che avevo scattato poco prima vicino alla sua immagine con la maglia della Juventus. Giusto per vedere cosa mi dicesse. Luca sorridendo mi disse: “Avevi paura che non venissi eh?” – Io sorridendo risposi: “Si! Ma non perché tu non sia una persona seria, ma per via dei tuoi tanti impegni, per la tua condizione attuale”. Ci mettemmo a ridere entrambi. Così come io ero stato sincero su una mia paura, lui mi confessò che era stato molto combattuto perché aveva fatto un vaccino da poco tempo che l’aveva debilitato e quindi stava per rinunciare.

Nei giorni prima mi aveva detto che sarebbe rimasto per una mezz’ora non di più e mi chiese se poteva venire con la polo della nazionale, io gli dissi che si doveva sentire completamente a suo agio e fare come meglio credeva. Siamo saliti sul palco alle 16 e siamo scesi alle 18. Quando finimmo, l’arch. Giovina Scioletti, consegnò a Luca Vialli il guerriero di Capestrano, raccontando la storia del guerriero e l’associazione che facemmo tra il simbolo della nostra regione Abruzzo e il nostro Capitano Luca Vialli. Quando lasciò il palco per raggiungere l’auto che l’avrebbe portato a Cremona, disse alla Responsabile della Juventus che l’accompagnava: “La storia del Guerriero di Capestrano Tanta roba”.
Signore e Signori Luca Vialli!

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La nostra storia

La versione abbreviata è che sono partito circa vent'anni fa nel marketing della squadra più importante della mia regione: Pescara Calcio e alla fine mi sono ritrovato a creare una mia agenzia di marketing che ormai da qualche anno raggiunge risultati insperati all’inizio del viaggio.

In realtà c’è una versione più complessa e più profonda di tutta la storia e per spiegarvela, per raccontarvela, devo scavare nel mio passato, non solo vent’anni indietro, ma molto di più, fino alla mia nascita, o forse prima? Alle mie origini. In realtà quando si cerca una motivazione forte non ci si può fermare alle apparenze o a qualche desiderio nato in tarda età. Siamo l’insieme delle scelte, dei passi compiuti, delle persone frequentate e soprattutto di chi ci ha permesso di crescere.

La storia di Firmà parte con la descrizione di chi mi ha influenzato più e prima di chiunque altro: la mia famiglia. I miei genitori, i miei fratelli e sorella. Mio padre è sempre stato tanto devoto al suo lavoro, e a far crescere la sua famiglia, quanto poco incline al dialogo ed alla comunicazione. In questo si possono rivedere molte delle figure maschili del nostro Abruzzo, che ci hanno regalato il pay off (non me ne vogliano coloro che non sopportano i termini anglofoni) forte e gentile. Gentile un paio di palle, ma non andiamo off topic.

Dato che ritengo di avere un profondo spirito d’osservazione, capii con il tempo che tutti i problemi d’incomprensione, tensione e quant’altro all’interno di qualsiasi organizzazione, che sia la famiglia, l’azienda, una squadra di calcio e via dicendo, erano frutto di mancanza di comunicazione corretta.

Non volendo ripetere gli stessi errori di mio padre (che comunque ho sempre ringraziato e sempre ringrazierò per tutto) decisi, in età avanzata di studiare libri sulla comunicazione, sulla pnl e sul marketing.

Quando gli errori di comunicazione arrivavano al punto di rottura, chi si occupava di ricucire i rapporti era sempre mia madre, che oltre ad essere una cuoca straordinaria, era anche un’eccellente sarta e forse per questo il rinsaldare rapporti e ricucire strappi anche in senso lato era ed è nel suo DNA.

Se inizialmente i miei studi hanno preso una piega contabile, lo devo ai miei fratelli maggiori che sono entrambi diplomati in ragioneria e laureati in economia e commercio ed anche io che ho seguito pedissequamente le loro orme. Ad un certo punto però, è emersa la vena artistica di mia sorella e dal mix è uscito un marketing manager che vuole sempre aggiornarsi leggendo libri dei massimi esponenti del marketing, che è sempre attento al controllo degli indici di bilancio e che mette la propria creatività e quella del proprio team, a servizio costante della crescita dei propri clienti.

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