Brand Reputation, quando la reputazione passa dalla Rete

“Il fatto di essere reputato, la stima e la considerazione in cui si è tenuti da altri.”

E’ questa la definizione di Reputazione data dal vocabolario Treccani; l’essere considerato in senso buono dagli altri: quanto è importante per ciascuno di noi?

Quanto l’importanza che gli altri ci danno ha un valore per noi?

La considerazione verso i nostri confronti è un fattore, inutile negarlo, a cui guardiamo spesso, che cerchiamo spesso.

Attenzione però: che non diventi un’ossessione; va bene l’approvazione di amici, parenti, colleghi, clienti, ma è sempre con noi stessi che dobbiamo stare in pace.

Però… i ma e i però non finiscono mai nella vita!

Quando si parla di reputazione aziendale il discorso cambia anche semplicemente perché se non ti conoscono non vendi, se non parlano di te, chiudi.

Ecco che la reputazione diventa importante!

E al tempo del web? Lo è ancora di più e viene definita Brand Reputation cioè quanto e come il nome di un prodotto o di un marchio è conosciuto e apprezzato sul web.

Quando si parla di Brand Reputation, bisogna ricordare che essa è composta da altri elementi essenziali quali:

  • Brand Identity: un’attenta analisi interna del mercato per cercare di trovare il “proprio posto” online e il messaggio che si vuole far passare al pubblico di utenti;
  • Brand Image: ciò che la rete percepisce di quell’azienda; è strettamente legata alla Brand Identity. Non è un aspetto da sottovalutare in quanto, una volta raggiunta un’immagine positiva, il potenziale cliente potrebbe arrivare quasi per inerzia;
  • Brand Awareness: un mix tra notorietà e riconoscibilità che può essere raggiunta con diversi mezzi quali campagne promozionali sui social, pubblicità tradizionali, forme di storytelling etc;
  • Brand Position: raggiungere l’apice, il cliente/utente vede in te il meglio che c’è in quel settore, per quel prodotto

Il web si sa è una porta aperta tutti, una vetrina essenziale ai giorni nostri e lo è ancora di più in questi giorni in cui il Coronavirus ci ferma (giustamente) nelle nostre case; un periodo di quarantena in cui il marketing non si ferma anzi, va più veloce con mai.

E con lui la Brand Reputation può fare un salto di qualità per dimostrare la capacità di esserci nonostante tutto, di essere distanti ma uniti, di far sentire la propria presenza ai clienti anche stando a casa.

Come poter migliorare o creare una buona Brand Reputation? Diversi sono i fattori:

  • La SEO: è necessario fare un’analisi delle parole chiave del settore di riferimento in modo da stabilire e identificare un target a cui rivolgersi;
  • Content Marketing: creare contenuti di qualità ai cui gli utenti/clienti possono accedere con facilità al duplice scopo di fidelizzare i clienti esistenti e acquisirne dei nuovi. Come fare? Magari realizzando buoni sconti oppure un ebook da scaricare gratuitamente;
  • Blog: una pagina che ospiti i contenuti editoriali inerenti il mercato di riferimenti che contenga altresì informazioni dell’azienda sotto forma di storytelling.

Creare una Brand Reputation intorno alla propria azienda, non è semplice e non va data per scontata; al contrario va alimentata, curata e studiata ogni giorno per non restare mai indietro e per dare sempre quel tocco in più che la contraddistingue dai concorrenti.

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La nostra storia

La versione abbreviata è che sono partito circa vent'anni fa nel marketing della squadra più importante della mia regione: Pescara Calcio e alla fine mi sono ritrovato a creare una mia agenzia di marketing che ormai da qualche anno raggiunge risultati insperati all’inizio del viaggio.

In realtà c’è una versione più complessa e più profonda di tutta la storia e per spiegarvela, per raccontarvela, devo scavare nel mio passato, non solo vent’anni indietro, ma molto di più, fino alla mia nascita, o forse prima? Alle mie origini. In realtà quando si cerca una motivazione forte non ci si può fermare alle apparenze o a qualche desiderio nato in tarda età. Siamo l’insieme delle scelte, dei passi compiuti, delle persone frequentate e soprattutto di chi ci ha permesso di crescere.

La storia di Firmà parte con la descrizione di chi mi ha influenzato più e prima di chiunque altro: la mia famiglia. I miei genitori, i miei fratelli e sorella. Mio padre è sempre stato tanto devoto al suo lavoro, e a far crescere la sua famiglia, quanto poco incline al dialogo ed alla comunicazione. In questo si possono rivedere molte delle figure maschili del nostro Abruzzo, che ci hanno regalato il pay off (non me ne vogliano coloro che non sopportano i termini anglofoni) forte e gentile. Gentile un paio di palle, ma non andiamo off topic.

Dato che ritengo di avere un profondo spirito d’osservazione, capii con il tempo che tutti i problemi d’incomprensione, tensione e quant’altro all’interno di qualsiasi organizzazione, che sia la famiglia, l’azienda, una squadra di calcio e via dicendo, erano frutto di mancanza di comunicazione corretta.

Non volendo ripetere gli stessi errori di mio padre (che comunque ho sempre ringraziato e sempre ringrazierò per tutto) decisi, in età avanzata di studiare libri sulla comunicazione, sulla pnl e sul marketing.

Quando gli errori di comunicazione arrivavano al punto di rottura, chi si occupava di ricucire i rapporti era sempre mia madre, che oltre ad essere una cuoca straordinaria, era anche un’eccellente sarta e forse per questo il rinsaldare rapporti e ricucire strappi anche in senso lato era ed è nel suo DNA.

Se inizialmente i miei studi hanno preso una piega contabile, lo devo ai miei fratelli maggiori che sono entrambi diplomati in ragioneria e laureati in economia e commercio ed anche io che ho seguito pedissequamente le loro orme. Ad un certo punto però, è emersa la vena artistica di mia sorella e dal mix è uscito un marketing manager che vuole sempre aggiornarsi leggendo libri dei massimi esponenti del marketing, che è sempre attento al controllo degli indici di bilancio e che mette la propria creatività e quella del proprio team, a servizio costante della crescita dei propri clienti.

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