Il Content Marketing: fare business con la scrittura

Content is the King…

Una frase entrata come un mantra nella testa di copywriter, storyteller e di tutto coloro che scrivono sul web e per il web. “Content is the King”, “Il contenuto è il Re”, è una frase pronunciata nel lontano 1996 da Bill Gates: il papà dei bites ci aveva visto giusto. Riflettiamo un attimo: cosa sarebbe il web senza contenuto? Cosa potremmo googlare se non trovassimo nulla da leggere? Come trovare l’azienda adatta a noi se non sapessimo di cosa si occupa? Realizzare contenuti è dunque la matrice di chi si occupa di Storytelling e/o Brand Storytelling nonché di Content Marketing.

Negli ultimi 10 anni scrivere “content” è diventata dunque una priorità per raccontare se stessi, fare rete, avere condivisioni e generare interazioni. Ovviamente non è una questione esclusivamente privata o personale, ma è, soprattutto, una questione di guadagno, ottimizzazione; insomma di lavoro.

E’ nel momento in cui entrano in gioco tali aspetti che si parla di Content Marketing inteso come “una tipologia di marketing che prevede la creazione e condivisione di media e contenuti editoriali al fine di acquisire clienti e monetizzare un sito web. Queste informazioni possono essere esposte in una varietà di tipologie, tra cui news, video, e-books, infografiche, guide, articoli, foto ecc.”

Monetizzare sì, ma anche informare: in un mondo dove è tutto veloce, la scelta sempre più ampia, situazioni in mutamento rapidissimo, essere informati in modo corretto senza essere troppo pressanti è una priorità per le aziende. L’utente infatti va fidelizzato rendendolo partecipe della vita dell’azienda, portarlo a fidarsi attraverso la conoscenza di ciò che l’azienda fa ogni giorno; solo così un giorno quell’utente potrà diventare cliente. Un obiettivo che, ovviamente, richiede pazienza e lavoro di studio in primis del target a cui ci si vuole rivolgere; è cioè necessario capire il tipo di pubblico che vuoi portare dalla tua parte.

Una volta fatto ciò, le community di riferimento, aiutano parecchio a capire su quali canali muoversi per raggiungere l’obiettivo; di conseguenza si può scegliere lo strumento da utilizzare e, infine, redigere il piano editoriale per ottimizzare al meglio l’uscita di contenuti.

Che differenza tra Content Marketing e Brand Storytelling? Diciamo che sono ben miscelate fra loro con sfumature che possono fare la differenza: il primo genera contenuti per attrarre clienti oppure per mantenere vivi rapporti con i clienti già esistenti.

Quando parliamo di Brand Storytelling invece parliamo di contenuti che l’azienda pone in essere in modo volontario o meno, per farsi conoscere e creare interazioni. Possiamo comunque dire che il Content Marketing è una possibile strategia di Brand Storytelling.

Non è un percorso semplice e senza ostacoli, a volte si può sbagliare strada e pensare di gettare la spugna; non sarà però la scelta migliore. La cosa più giusta da fare è iniziare un nuovo percorso con mezzi nuovi e la consapevolezza degli errori fatti. Lentamente e con forza di volontà il Contenuto sarà perfetto per farti diventare il Re della tua azienda.

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La nostra storia

La versione abbreviata è che sono partito circa vent'anni fa nel marketing della squadra più importante della mia regione: Pescara Calcio e alla fine mi sono ritrovato a creare una mia agenzia di marketing che ormai da qualche anno raggiunge risultati insperati all’inizio del viaggio.

In realtà c’è una versione più complessa e più profonda di tutta la storia e per spiegarvela, per raccontarvela, devo scavare nel mio passato, non solo vent’anni indietro, ma molto di più, fino alla mia nascita, o forse prima? Alle mie origini. In realtà quando si cerca una motivazione forte non ci si può fermare alle apparenze o a qualche desiderio nato in tarda età. Siamo l’insieme delle scelte, dei passi compiuti, delle persone frequentate e soprattutto di chi ci ha permesso di crescere.

La storia di Firmà parte con la descrizione di chi mi ha influenzato più e prima di chiunque altro: la mia famiglia. I miei genitori, i miei fratelli e sorella. Mio padre è sempre stato tanto devoto al suo lavoro, e a far crescere la sua famiglia, quanto poco incline al dialogo ed alla comunicazione. In questo si possono rivedere molte delle figure maschili del nostro Abruzzo, che ci hanno regalato il pay off (non me ne vogliano coloro che non sopportano i termini anglofoni) forte e gentile. Gentile un paio di palle, ma non andiamo off topic.

Dato che ritengo di avere un profondo spirito d’osservazione, capii con il tempo che tutti i problemi d’incomprensione, tensione e quant’altro all’interno di qualsiasi organizzazione, che sia la famiglia, l’azienda, una squadra di calcio e via dicendo, erano frutto di mancanza di comunicazione corretta.

Non volendo ripetere gli stessi errori di mio padre (che comunque ho sempre ringraziato e sempre ringrazierò per tutto) decisi, in età avanzata di studiare libri sulla comunicazione, sulla pnl e sul marketing.

Quando gli errori di comunicazione arrivavano al punto di rottura, chi si occupava di ricucire i rapporti era sempre mia madre, che oltre ad essere una cuoca straordinaria, era anche un’eccellente sarta e forse per questo il rinsaldare rapporti e ricucire strappi anche in senso lato era ed è nel suo DNA.

Se inizialmente i miei studi hanno preso una piega contabile, lo devo ai miei fratelli maggiori che sono entrambi diplomati in ragioneria e laureati in economia e commercio ed anche io che ho seguito pedissequamente le loro orme. Ad un certo punto però, è emersa la vena artistica di mia sorella e dal mix è uscito un marketing manager che vuole sempre aggiornarsi leggendo libri dei massimi esponenti del marketing, che è sempre attento al controllo degli indici di bilancio e che mette la propria creatività e quella del proprio team, a servizio costante della crescita dei propri clienti.

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